Chi siamo

Siamo un gruppo di cittadini aversani convinti che quello che sta accadendo in Giappone è la conferma drammatica, cui nessuno di noi avrebbe voluto assistere, del fatto che il nucleare a prova di incidenti non esiste, che la sicurezza delle centrali atomiche è una favola alla quale gli italiani non crederanno”
Non esiste un nucleare sicuro. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali.
[Carlo Rubbia]

martedì 14 giugno 2011

APPELLO!!


Appello: Il comitato “Aversa Vota SI per fermare il nucleare” diventi Comitato per la salute pubblica, la vivibilità e l’ambiente.

Per la prima volta, da che ho il diritto al voto, ho visto la mia scelta in cabina trasformarsi in una vittoria condivisa, e non andare a perdersi tra le decisioni e le manovre di poteri più grandi del mio, di semplice cittadina.
Il successo di questi referendum non sta soltanto nel plebiscito dei 4 Sì, ma nelle modalità del tutto nuove che hanno portato al raggiungimento di questo risultato: non più conti nè scontri di partito, ma energie trasversali alle correnti politiche, o del tutto indipendenti da schieramenti di sorta, riunite dietro la bandiera del bene comune e del buon senso.
La gente probabilmente è stanca delle idee delle segreterie di partito, quasi sempre appesantite da interessi e tornaconti; ma non è stanca di credere nelle cose giuste e di combattere per ottenerle o difenderle!
Il nostro viaggio, perciò, non può finire con questo successo: gli sforzi di queste settimane devono essere  l’inizio di una nuova forma di responsabilità civile e di una partecipazione condivisa, non più delegata a chi sempre più spesso si rivela incapace di rappresentarci!
Non lasciamo che le energie raccolte in questa breve avventura vadano disperse! C’è tanto da promuovere, da difendere e soprattutto da conquistare: salute pubblica, vivibilità delle nostre città, recupero dell’ambiente…  Ce n’è per tutto l’elementare senso di giustizia di cui ogni persona è dotata, e più che mai in questo nostro territorio, laddove “non impegnarsi per il bene comune” assai spesso significa fare un favore a chi “si impegna per il male”.
E’ un appello a tutti coloro che hanno partecipato, in qualunque forma, al Comitato “Aversa vota Sì per fermare il nucleare”: facciamone un Comitato per la salute pubblica, per la vivibilità e per l’ambiente!
A presto!

Titti Lucariello, portavoce del Comitato “Aversa vota Sì per fermare il nucleare”

giovedì 9 giugno 2011

Aversa Piazza municipio ore 18.30 - 24.00

Questa sera dalle 18.30 alle 24.00
Aversa Piazza Municipio
il comitato Aversa Vota SI per fermare il nucleare
concluderà la campagna referendaria.
Vi aspettiamo!!!

giovedì 12 maggio 2011

Calendario prossime iniziative

Sabato 14/5 -
  •  incontro con l'Azione Cattolica - CESA
  • Teatro della Legalità -Casal di Principe - Concerto con volantinaggio ore 21.00

Domenica 15/5 -
  •  Gazebo Piazza Municipio Aversa 
  • Gazebo Gricignano D'Aversa

Sabato 21/5 -
  • Gazebo Teverola Via Cavour
Domenica 22/5
  • Gazebo Piazza Municipio Aversa  
  • Gazebo CESA
Domenica 29/5 
  • Gazebo Piazza Municipio Aversa 

Domenica 5 Giugno -
  • Aversa INIZIATIVA A 7 GIORNI DAL VOTO!!

Alfiero Grandi: Il Governo cerca di scippare il Referendum ma si illude!

Il Governo sta cercando in ogni modo di ridimensionare la portata della sua decisione di abolire le norme sul nucleare pur di evitare il referendum del 12/13 giugno.
Le sparate di Berlusconi sul nucleare durante la conferenza stampa con Sarkozy, gli ambigui commi che accompagnano il testo dell’abolizione delle norme di legge oggetto di referendum, sono tutte conferme della doppiezza e della strumentalità con cui il Governo ha affrontato il problema del nucleare. Si potrebbero fare altri esempi, tutti dello stesso tipo. Il Governo ha cercato in tutti i modi di impedire agli italiani di votare.
Ciò non toglie che la retromarcia del Governo sul nucleare è clamorosa e ricorda la descrizione della conclusione della guerra del 1915/18 contenuta nel proclama del generale Diaz. Diaz parla, nel suo proclama, di truppe austroungariche che dopo avere salito baldanzosamente le Alpi ora le discendavano disordinatamente, in ritirata.
Il Governo Berlusconi ha fatto come gli austroungarici. Prima il Governo ha voluto a tutti i costi la legge per tornare al nucleare, imponendola con il voto di fiducia, fregandosene dei risultati dei referendum del 1987, cercando di tappare la bocca alle Regioni, ignorando totalmente il parere degli Enti locali e delle popolazioni interessate, prevedendo per di più la militarizzazione dei siti prescelti per le centrali, sottratti così ad ogni possibilità di controllo da parte di chiunque.
La grande torta degli affari legati al nucleare (30 miliardi di euro di spesa, concentrati in 4 reattori) era già pronta per il taglio delle fette.
Già prima di Fukushima l’opinione pubblica italiana era contraria al ritorno al nucleare. Dopo l’incidente in Giappone la percentuale dei contrari al nucleare è aumentata vigorosamente e il Governo ha capito che questo referendum poteva fare il quorum, aiutando di conseguenza anche gli altri referendum che sono in ballo il 12/13 giugno. Il Governo non ha avuto ripensamenti sul nucleare, ha avuto paura del quorum e della sconfitta politica. Per questo ha tentato e tenta disperatamente di evitare il voto degli italiani, di cui ha paura, e nello stesso tempo cerca di tenersi aperta la strada per riprovarci non appena le acque si saranno calmate.
Per questo sarebbe preferibile poter votare il 12/13 giugno, con l’obiettivo di abrogare in modo chiaro le norme sul nucleare in modo da togliere di mezzo le doppiezze che il Governo ha cercato di disseminare e ancora di più di dichiarare.
Tuttavia il Governo si illude se pensa di potere tornare al nucleare come se nulla fosse. Purtroppo le conseguenze della gravità dell’incidente di Fukushima dureranno anni. Ancora non si può fare un bilancio definitivo di Fukushima semplicemente perché l’incidente non è concluso e - anzi - anche altre centrali in Giappone ora sono in via di chiusura. In Europa il ripensamento sul nucleare è profondo. Certo sono in atto tentativi trasformisti, come rivela una certa conduzione dei cosiddetti stress test sul rischio di incidenti nelle centrali europee, che impostati così servono a ben poco.
Il Governo italiano è un campione di trasformismo e spera di riprendere il filo del nucleare più avanti, ma evidentemente continua a non capire cosa è accaduto in Giappone, la sua gravità, e sottovaluta la maturità dell’opinione pubblica italiana.
Il Governo ha tentato di sottrarre al voto il nucleare in attesa di tempi migliori, ma si illude. Non ci saranno tempi migliori per il nucleare in Italia, sia che si voti il 12/13 giugno, come è asupicabile, sia che l’abrogazione di quelle norme, che pure il Governo aveva tanto voluto, ne impedisca l’effettuazione.
La campagna elettorale sul nucleare deve continuare senza tentennamenti. E’ un’occasione per una discussione di massa e per un pronunciamento di massa e per aiutare tutti i referendum a fare il quorum il 12 /13 giugno e a vincere.
Alfiero Grandi

venerdì 22 aprile 2011

LEGGETE ATTENTAMENTE E DIFFONDETE!!

[italia] ‘E ora?’ Alfiero Grandi spiega cosa succede con l’emendamento del governo

“Il Governo ha tirato fuori il coniglio dal cappello e ha presentato al Senato un emendamento che ha chiaramente l’obiettivo di evitare il referendum sul nucleare, infatti abroga le norme che costituivano il corpo centrale del quesito referendario.
Tuttavia il testo dell’emendamento non è limpido”. Alfiero Grandi, uno dei portavoce del Comitato ‘Vota Sì per fermare il nucleare’, spiega cosa succede adesso, dopo l’approvazione al Senato del decreto legge ‘omnibus’ che contiene il presunto stop al nucleare.
“E’ solo un tentativo poco nobile di coprire la clamorosa ritirata del Governo? Forse”, dice. “E’ un tentativo di tenersi aperta una strada futura? Può essere, anche se messa così conferma solo che il Governo non ha ancora capito cosa è accaduto a Fukushima”.  Anche il rinvio a decisioni europee, sottolinea, “sembra ignorare che l’Europa non è in grado di decidere per il nucleare, fino ad ora a solo preso atto che c’era in una parte di paesi”.
Comunque, dopo l’approvazione del decreto legge, modificato con l’emendamento al Senato, “perché queste modifiche diventino legge debbono essere approvate nello stesso testo alla Camera. Se la Camera cambia il testo la legge dovrebbe tornare al Senato per l’approvazione definitiva”. Le Camere hanno 60 giorni in tutto per convertire il decreto in legge: fino al 30 maggio.
Poi il testo deve essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale “e solo a quel punto la Cassazione potrà giudicare se i quesiti referendari sono stati assorbiti dalle modifiche legislative”. Quindi, sottolinea Grandi, fino a quel momento, “la mobilitazione referendaria deve essere mantenuta in piedi”. Perché, avverte, “di fronte a qualunque incidente di percorso non ci possiamo permettere di rischiare che si arrivi al referendum impreparati”. Basti ricordare, aggiunge, “che anche la propaganda referendaria sul nucleare potrà continuare fino a quando ci sarà la sentenza ufficiale della Corte di Cassazione”.
In altre parole “non è il Ministro Romani , né il Governo, che può decidere se il referendum ci sarà oppure no. Questo giudizio può darlo solo la Cassazione. Senza dimenticare che ci sono altri importanti referendum in gioco: ricordo ad esempio la nostra alleanza con i 2 referendum per l’acqua pubblica”.
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martedì 19 aprile 2011

Dichiarazione di Alfiero Grandi Presidente Comitato SI alle energie rinnovabili NO al nucleare


 Il Governo abroga il nucleare che aveva voluto, è un risultato del movimento antinucleare, mantenere la vigilanza fino al risulatato certo
Il Governo ha capito che al referendum sul nucleare del 12/13 giugno andava sotto. Dopo avere lungamente dimostrato incapacità di comprendere la gravità dell’incidente della centrale nucleare in Giappone il Governo ora ha presentato al Senato un emendamento al decreto legge sulla moratoria che cancella le normative precedenti sul nucleare.
Questo nuovo e opposto orientamento del Governo, che modifica radicalmente quelli precedenti, è un importante risultato del movimento referendario che ha sviluppato una larga e unitaria iniziativa per votare SI al referednum del 12/13 giugno con l’obiettivo di cancellare la legge sul nucleare voluta ad ogni costo dal Governo in spregio al referendum del 1987.
Il Governo cerca oggi di evitare il giudizio dei cittadini abrogando da solo le norme che aveva voluto ad ogni costo.
Il giudizio sul tentativo del Governo, per ora bloccato, di riportare il nucleare in Italia resta drasticamente negativo. Il Governo ha fatto dichiarazioni gravi ed irresponsabili.
Acquisiamo questo risultato che appartiene a quanti hanno condotto una ferma battaglia contro il ritorno del nucleare in Italia.
Tuttavia va anche detto che il Governo ha presentato un emendamento ad un decreto legge che per diventare legge dello Stato deve essere definitivamente convertito in legge prima dal Senato e poi dallla Camera nello stesso testo e quindi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, tutto questo non prima del 20/25 maggio.
Solo a quel punto si saprà se ci sono con sicurezza gli estremi per fare giudicare dalla Corte che sono venute meno le ragioni del referendum abrogativo sul nucleare. Fino a quel momento deve continuare la vigilanza del movimento referendario per avere la piena garanzia che le ragioni del referednum sono effettivamente venute meno. Queso può anche aiutare gli altri referendum che invece si terranno regolarmente il 12/13 giugno.
19/4/2011

 

[comunicato] Appello alla commissione di vigilanza: Approvare subito il reglamento per il referendum

[comunicato] Appello alla commissione di vigilanza: Approvare subito il reglamento per il referendum

No ai giochi tattici sulla pelle della democrazia, no alle divisioni pagate dagli italiani che, a due mesi dai referendum di giugno, conoscono ancora in pochi la data e le ragioni di quell’appuntamento”. Il Comitato ‘Vota Sì per fermare il nucleare’ – oltre 70 associazioni unite a sostegno del referendum anti-nucleare – rivolge un appello ai componenti della Commissione di Vigilanza sulla Rai, che dopo lo stallo della scorsa settimana tornano domani ad affrontare il regolamento per la comunicazione politica sul referendum.
“Non sarebbero accettabili altri rinvii dell’approvazione – si legge nella nota del Comitato – sono passate due settimane dall’indizione dei referendum: due settimane sciupate ai fini dell’informazione degli italiani”. Le associazioni protestano contro “la quasi totale assenza di attenzione da parte del servizio pubblico”. A rischio c’è, affermano, “il diritto dei cittadini a far sentire la propria voce su materie – quella nucleare in testa – che li vedono sensibili e ampiamente schierati contro le norme vigenti”.
“Confidiamo – conclude il Comitato ‘Vota Sì per fermare il nucleare’ – che maggioranza e opposizione arrivino già domani all’approvazione del regolamento”.